Mi sveglio all’ alba, anche prima, per motivi che non riconosco. Lascio il letto e mi aggiro per casa, in una condizione di sensibilità esaltata dall’ assenza di stimoli esterni. Poche macchine per strada, e ciascuna si staglia contro lo sfondo del silenzio come se fosse un’ ombra cinese proiettata su di un fondale candido.
La pendola nella sala, la pendola del nonno, assume un ruolo da protagonista, il ticchettio sembra fatto di colpi di martello ed il rintocco delle ore e mezze ore pare levarsi come quello di campane d’ un duomo medievale. Il contrasto col silenzio del mondo esalta ogni minimo suono, rumore, scricchiolio, ogni fruscio ed ogni sibilo. Puoi toccare ogni rumore come vedere le stelle in una notte serena in alta montagna, sapendo che sono lì dove sono sempre state, ma com’ erano soffocate dall’ eccesso di luci, non le si vedeva in pianura.
E mi viene anche da pensare a quanti simili eccessi ottundono i sensi ed inebetiscono le percezioni, anestetizzando la capacità di distinguere, isolare, riconoscere, una sorta di deprivazione cercata, voluta, perseguita rende giustizia alla ricchezza attraverso la povertà, esalta i sapori del mondo, riabitua alle distinzioni, al riconoscere le differenze.
Suoni isolati, distinti, enumerabili prendono il posto di un rumore di fondo inconoscibile ed insapore. Impoverirsi per arricchirsi, sembra una contraddizione ma non lo è, almeno stamattina.
In questo silenzio prima dell’ alba, mentre in lontananza si ode distintamente un gallo cantare, da insonne mi sento ricco.
Mi accade, e quasi non ci faccio più caso, anzi, trovo che sia tempo prezioso. Sì, dici bene, fa sentire ricchi quel momento in cui ogni cosa pare avere una definizione più precisa.
Certe volte (non troppe, a dire il vero) l’ insonnia appare quasi un’ ospite benevola, portatrice di una necessaria concentrazione, un supplemento di attenzione per il mondo.
Che si paghera’ eventualmente al mattino, ma in quei momenti il mattino appare un’ eventualita’ remota…
Ho i galli del vicino che cantano alle 3 di notte, la gattosveglia (doppia) alle 5 e mezza e dormo con un occhio aperto, però mi sento ricca anche a mezziogiorno! Conosco bene la sensazione che descrivi, la precezione che si amplifica, bello e bel post, un sorriso grande a te….
E’ la percezione che si amplifica, dici bene, e senza additivi chimico-psichedelici …
Un sorriso a te, ed ai tuoi gatti insonni.
Si riconosce il proprio nido dai rumori quotidiani che si sentono. Danno fastidio…ma sono quelli che, a volte, tranquillizzano
Assurdo vero?
Quando dormo fuori casa impiego almeno due notti a dormire…nonostante i silenzi. Devo riconoscere dei rumori, e sapere che si alternano, si ripetono a conferma che il mondo fuori c’è ancora.
buone festività
.marta
Capisco cosa intendi.
A me capita di dormire cosi’ spesso in giro, che in genere due giorni dopo sono gia’ da un’ altra parte…
E allora cerco il silenzio, quel silenzio contro cui isolare e riconoscere suoni nuovi.
A volte questa percezione netta e distinta mi accompagna anche nella giornata e provo un grande senso di inadeguatezza verso il mondo che va troppo in fretta e lascia andare , come in un coda che si porta appresso, la bellezza vera.
Buona Pasqua, Melo
E’ come se di notte si percepisse meglio quanto il mondo di giorno abbia perso il senso della misura.
Buona Pasqua a te, egle
La sensibilità si esalta in assenza di stimoli esterni. Dici bene. Per questa ragione abbiamo bisogno di estorcere al tran tran una dimensione che ci risarcisce delle privazioni e dei compromessi che subiamo. A me è successo un paio di anni fa che mi riprendevo la vita di notte, stando sveglia a leggere e scrivere. Devo ammettere che qualche problemino me lo ha creato, ma non mi pento, credo di avere sondato me stessa come mai avevo fatto prima.
Mi piace proprio sto post 🙂
Buone festività, Melo.
🙂
Ne abbiamo bisogno, sì. Noi, almeno, altri non so.
Viaggio molto spesso, ed una dimensione simile la sperimento (finché dura) in aereo, tagliato fuori per qualche ora dal rumore del mondo, dalle comunicazioni e dalla Rete.
Una limitazione inaccettabile per molti, che chiedono a gran voce che si ponga rimedio immediato.
Auguri anche a te.
Pensare che invece , non so cosa darei per poter dormire una notte di fila, senza interruzioni. Di nessun genere. Invece, vuoi il lavoro, che mi porta a perdere tante troppe notti, vuoi le paturnie del gatto, che ci ha sgraditi suoi ospiti, vuoi per una forma ereditaria d’insonnia ecco che ho i sensi fin troppo svegli. Meno male che non ho la pendola del nonno altrimenti …
Mentre attendo il sonno ti auguro una Buona Pasqua. Famiglia inclusa.
Qualcosa mi diceva che eri fratello nell’ insonnia, cape…
Ricambio gli auguri, gatto incluso, paturnie permettendo.
Ok, come non detto…
Ecco … ci somiglia molto … il gatto.
Confesso che mi mancano un po’ quei momenti notturni. Ora di notte crollo e mi sveglio quando ormai i galli hanno smesso di cantare da un pezzo e sono già finiti spennati e incellophanati negli scaffali di un market. Idem per le stelle: dove sono andate a finire? E i miei gatti? Morti da un secolo anche loro. Però adesso, a mezzanotte, in realtà c’è un gran silenzio. Chi l’ha detto che la città è rumorosa?
Mai pensato che si potessero persino rimpiangere quei momenti.
Sarà che quando mi capita una notte filata di sonno pesante mi pare quasi un miracolo…
Io invece mi sto trasformando in ghiro, almeno da quando ho quasi smesso di bere caffé e limitato molto te e coca cola. Per fortuna qualche volta sogno e qualche pezzo di sogno mi serve per infilarlo nei racconti. Insomma, ho una vita onirica che sostituisce sempre più quella reale e forse è meglio così; in fondo i sogni non fanno male a nessuno (almeno spero) 😉
I sogni complicano la vita, ma la alimentano anche.
Vedere e vivere le cose da un’altra prospettiva e cercare di trovare sempre il lato positivo anche in quelle che positive non sono, allarga i nostri orizzonti, ci arrichisce e ci fa crescere.
Buona Pasqua, ciao
Ondina
Non e’ che la prenda sempre cosi’ bene, l’ insonnia, eh ?
Questo va detto…
Ciao, Ondina.
Beh, se non altro ci provi, dai…
🙂
Gli stimoli che nascono dall’avere tempo e modo di porre attenzione, personalmente li trovo più stimolanti di quelli che mi arrivano addosso senza che io abbia né modo, né tempo per capire che mi sta succedendo. Quando il ritmo che mi invade è superiore al mio battito il tutto mi scorre addosso lasciandomi una sensazione di inutilità, perché non ne so trarre null’altro. L’ascolto nella quiete, senza le forzature che sono tipiche del giorno, dell’organizzazione del tempo è quella che mi pare produca meglio e di più, in termini di percezione profonda. L’alba è uno dei momenti dove si possono sommare le sensazioni della notte in pochi, brevi, intensi momenti nei quali la luce vira impercettibilmente e va ben oltre la bellezza di ciò che l’occhio vede; se si riesce a cogliere questo, allora il nuovo giorno avrà senso. Se non ci si riesce, allora bisogna augurarsi di coglierte altri attimi nel corso del vivere, perché ve ne sono molti, solo è necessario darsi modo di coglierli.
L’ alba e’ il momento in cui il mondo sembra andare piu’ lento del ritmo del nostro cuore. Forse il solo momento.
Sono molto d’ accordo.
Il silenzio è un leggio prezioso. Pascoliano, direi. Io lo amo molto, perché diventa l’amplificatore dell’impercettibile. Ti lascia sentire la pioggia e i merli, la vita segreta del frigorifero e il calmarsi un po’ vibrato della lampada, dopo che è stata spenta. E’ ascoltando gli ultimi sottilissimi rumori di casa che mi addormento.
Sarà che arrivo stanchissima, la sera.
Sarà che vado a letto tardi, per colpa delle cose che non sono riuscita a fare durante il giorno.
Sarà che sono assediata dai muratori…
ma, in questo periodo, mi addormento quasi immediatamente.
un saluto, francesco, a te e a tutta la pagina dei tuoi lettori.
zena
Un saluto a te, Zena.
Le tue parole sono sempre doni pregiati.
(Il mio frigo pare avere una vita interiore piuttosto complicata, ultimamente…)
Spero i lavori di casa tua si concludano al meglio.
pensa se riuscissi a dormire, saresti il re del mondo:) suoni privati, dischiusi dall’alba, suoni dall’origine del suono, questo regala la mattina insonne, anche se sei troppo rincoglionito per riconoscerli:)
Forse intendevi “se riuscissi a NON dormire…”.
Sì, mi sentirei il re del mondo, oltre al fatto di raddoppiare il tempo di vita.
Ed invece mi sento più che altro rincoglionito…
L’altra notte mi sono svegliata con la sensazione che un venticello leggero mi fosse passato accanto.Sembrava una carezza. Solo di notte percepisco certe presenze ed io non è che mi senta piu’ ricca ,ma meno sola sì poichè credo che di notte mi venga a trovare il mio angelo custode …lui c’è e mi passa accanto e veglia su di me.Ne sono certa.
Molte cose succedono la notte di cui abbiamo consapevolezza vaga…
Che sia l’ angelo o che sia la nostra anima che cerca di mettere ordine nel caos, sinceramente non saprei dirlo.