Pendoli e Mareggiate

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Gli alti e bassi dei rapporti umani talvolta seguono il moto violento di un oceano in tempesta. Rapporti a lungo trascurati si riconfigurano come provvidenziali ancore di salvezza quando altri ormeggi sono stati strappati dalla furia delle onde. Ci si sarebbe dovuto curare prima, di questi rapporti, rafforzarli, confermarli invece di trascurarli, non si sarebbe dovuto accettare di congelarli, o peggio, troncarli.

Per fortuna il cuore umano sa talvolta essere grande, e non solo spietato, ed il bene sepolto ritorna alla luce, ancora capace di germogliare nonostante l’ incuria di anni. Il giardino rifiorisce di nuova ed imprevista vita, improbabili germogli rompono la crosta compatta di sabbia e di sale, a significare che la vita è forte e che, a volte, si raccoglie più di quanto si sia seminato.

Non resta che accogliere commossi il dono immeritato, contriti ripromettersi di mantenere ben vivi, questa volta, appigli e legami, ben sapendo che l’ improvviso divampare di nuove passioni al momento imprevedibili rischieranno di incenerire, una volta di più, questa insperata vegetazione, perché tale è la natura inaffidabile ed imperfetta del cuore umano.

Viene da chiedersi anche se in tutte le forme di relazione umana, e non solo quella forma particolare ed estrema che è la relazione amorosa, sia inevitabile un certo grado di asimmetria, un prevalere di una parte rispetto all’ altra, uno sbilanciare che, invece di segnalare una patologia della relazione, ne attesti invece l’ esistenza, come se fosse essa stessa la condizione che la rende possibile.

L’ attenzione è più forte da una parte rispetto all’ altra, e questo genera una tensione, uno sforzo direzionale, crea dal nulla l’ oggetto del desiderio, che per essere tale, cioè desiderato, occorre che sia per ciò stesso mancante e non posseduto. Lo sappiamo da millenni.

E dunque, quando l’ oggetto del desiderio s’ avvicina fino a diventare oggetto del possesso, in quel preciso momento la relazione subisce una torsione repentina, col desiderante che allenta la presa ed il desiderato, spiazzato da questo calo di tensione, che si protende a sua volta.

Mai contenti, insomma, come si conviene alla natura storta e pericolosa dell’ essere umano.

A parti invertite l’ asimmetria della relazione viene ristabilita, fino a che un’ oscillazione, o mareggiata, più violenta delle altre non strappi ancora gli ormeggi, ovvero lo smorzarsi delle oscillazioni conduca il rapporto nell’ intorno di un qualche punto di equilibrio. Stabile, si spera, e non insipido.

45 commenti su “Pendoli e Mareggiate

  1. lillopercasol ha detto:

    A me non è mai successo; quando ci ho provato…

  2. lillopercasol ha detto:

    …per lo meno nei rapporti amorosi, che tuttalpiù si sono evoluti, raramente ma sinceramente, in salda amicizia. Ma se è successo a te, significa che è possibile.
    EHI, GENTE, C’E’ SPERANZA!
    Così come è possibile che esistano relazioni non-sbilanciate: se è successo a me, significa che è possibile :D.
    EHI, GENTE, COME SOPRA!
    Però può darsi che sia una questione di prcezione unilaterale, difficile confermare. E’ pur vero che io, essendo in equilibrio da troppo, al primo segnale di sbilanciamento ho rotto tutto per non averlo nemmeno voluto accettare.
    Quindi, tutto sommato, direi che hai forse ragione.
    E perché dovremmo essere diversi da tutto il resto? Le maree, appunto, la biodiversità, i poli elettrici!! E ci siamo inventati la dialettica, l’yin e yang, la cultura delle differenze (si spera) mica per niente,
    Quindi, tutto sommato, direi che hai proprio ragione!

  3. gelsobianco ha detto:

    Hai proprio ragione, F!
    Un equilibrio stabile e non insipido!
    E’ il massimo!
    Possiamo sperare?
    Noi esseri umani siamo maree… costruiamo isole che, poi, sono penisole.
    Che bella musica!
    gb

    • melogrande ha detto:

      Non è facile, gb.
      Bisogna metterci tanto, ed oltre alla volontà ci vuole pure tanta fortuna.

      La canzone è un rifacimento, che io trovo elegante e molto intenso, di un vecchio pezzo dei Doors che ho sempre amato.

      Tra pendoli e mareggiate, ci si trova un po’ tutti ad essere “cavalieri nella tempesta”, no ?

  4. lillopercasol ha detto:

    Ah già che siamo coetanei…
    Ritiro 😀

  5. invecedistelle ha detto:

    Dubito di essere predisposta all’equilibrio. Ne ho le prove ormai in molti settori. Nondimeno questo non fa di me una squilibrata nell’accezione più comune del termine; credo che faccia di me una persona che percepisce le minime tensioni e variazioni e si modifica in modo più o meno consistente, con la conseguenza che devo, voglio, mi piace, tendo a ‘rimettere a posto’ le cose, spesso dopo aver contribuito a metterle in situazione critica. Lo squilibrio mi carica di adrenalina, mi consente di saggiare diverse potenzialità, di avere la misura delle opportunità, dello spazio di espansione di un rapporto, di una situazione lavorativa, pratica o esistenziale.
    L’abbinamento secondo me perfetto si ha nella capacità di compensazione reciproca, in un sintonico ascolto, nel mettere in comune restando differenti, ma col desiderio di vedere questa ‘cosa’ comune come si evolva. Non parlo solo del rapporto amoroso o amicale. Anche la coppia lavorativa, per fare un esempio, funziona sull’equilibrio tra parti complementari, che si perde e si ritrova. Maschile – femminile, estroversione – introversione, logica – emotività, desiderante – sfuggente, realismo – utopia… Tale è l’incrocio più disequilibrante, e tuttavia più stimolante. La bonaccia non la reggo; in tal caso provoco corto-circuiti emotivi perchè ho bisogno di ‘sentire’, scelgo e sto bene con persone con questa tipologia, quindi spesso destinate al conflitto e alla competizione, ma se trovo qualcuno che mi tenga a bada ne sono felice, anche se non dovrebbe aspettarsi di mettersi le pantofole o parlarmi tutto il giorno dei guai sul lavoro (oh noia!).
    Bellissimo è quando esiste l’intercambiabilità dei ruoli e dunque il desiderante passa dalla parte opposta e l’altro, elegantemente e senza troppo vittimismo, riesce a mantenere vivo iè affatto consueto uscire dalla cristallizzazione dei rapporti.

    • gelsobianco ha detto:

      “Tale è l’incrocio più disequilibrante, e tuttavia più stimolante.”
      Alla fine può divenire noioso vivere nel disiquilibrio e si può percepire questo come non più stimolante!
      Tutto è in evoluzione!
      gb

      • lillopercasol ha detto:

        Cara Gb,”alla fine” sì, diventa, più che noioso, stancante; ma finché si ha la forza “di mettere in comune restando differenti” ci si evolve, con ripercussioni nel sociale di tutti;
        alle inquiete che non reggono la bonaccia si devono i salti evolutivi; e alle coraggiose che la bonaccia la reggono si devono i trampolini per il salto. che poi è la storia della Storia.
        Io non so come sono; il mio rapporto (in questo caso amoroso) in equilibrio durevole era in realtà dovuto alla condizione di amanti; quindi, non so se vale.
        Buonanotte!

        • gelsobianco ha detto:

          Io reputo la “bonaccia” come qualcosa da raggiungere perchè estremamente stimolante!
          Io tendo verso la “bonaccia”… Non so se riuscirò a raggiungerla!
          La “bonaccia” in senso positivo naturalmente… che non è una calma soporifera. Tutt’altro!
          Dall’altra parte è proprio nei momenti di bonaccia che gli uomini di un equipaggio di una barca a vela riescono a comprendersi meglio, parlando di loro stessi ai compagni, per, poi, affrontare il vento impetuoso.
          E’ molto più difficile riuscire a dare e condervare sapore e vivacità alla “bonaccia” che al “disiquilibrio”.
          Io avevo risposto a invecedistelle, Lillo!
          Domani, con calma, rispondo a ciò che tu scrivi.
          Un sorriso
          gb
          Grazie sempre, F.

        • lillopercasol ha detto:

          @ Gb,
          ci sta, ci sta, Invecedistelle invecealillo.

        • gelsobianco ha detto:

          “di mettere in comune restando differenti”, Lillo?
          Questo è necessario sempre in qualsiasi tipo di relazione.
          Sai, credo che bisognerebbe mettersi d’accordo sui termini.
          bonaccia, salti evolutivi, trampolini per i salti, amanti
          Ne riparliamo.
          Un abbraccio, Lillo.
          gb
          Grazie, F.

  6. invecedistelle ha detto:

    Si è mangiato un pezzo di commento, oibò.
    Dicevo che l’intercambiabilità è bella, ma non è ne facile, nè consueta perchè non è cosa agevole uscire dalla cristallizzazione dei rapporti.

    • melogrande ha detto:

      La necessità della tensione che permetta un’ evoluzione io la capisco benissimo.
      E la tensione nasce sempre da una differenza, non dall’ uguaglianza.

      No, non mi ci ritrovo nella bonaccia, non mi ci ritrovo proprio.
      Non che sia bello vivere nella tempesta, ci mancherebbe, ma senza un po’ di vento a gonfiare le vele non si va da nessuna parte….

      • gelsobianco ha detto:

        La “bonaccia” nella vita, per me, è quell’equilibrio stabile e non insipido!

        Poi la “bonaccia” è necessaria anche nel veleggiare…
        Quanto ho fatto, ho imparato, ho vissuto durante la “bonaccia”… e sono stata pronta al vento forte!

        Un sorriso, F!
        gb

  7. giolic ha detto:

    Ho imparato con l’esperienza che l’equilibrio è un punto in continuo movimento e sta a noi la decisione di contrarci o espanderci a seconda della situazione , avendo la sensibilità e la predisposizione d’animo o volontà emotiva, oltre che l’affetto o l’amore nei casi più importanti, per seguire l’alternarsi delle maree della vita. Mi permetto di intervenire perchè ho trovato il post in linea con i miei pensieri di questo periodo, e concordare anche con gelsobianco sulla ” bonaccia” 🙂 anch’io non credo sia soporifera, ma che serva a rinsaldare i rapporti e costruire la fiducia, la conoscenza e la trama di una vicinanza, perchè senza tutto questo, alla prima burrasca la nave affonderebbe immediatamente.
    In ogni caso credo sia sempre una questione di scelte, anche l’adattarsi alle situazioni. perchè se il pendolo trova un punto fisso di equilibrio si ferma naturalmente.
    Melogrande grazie per la bella versione di Riders on the storm, (non conoscevo questa cantante) ,l’ho trovata perfettamente calzante al post. Ascoltandola ho sentito come un senso di rassegnata calma, quasi di malinconica e pensierosa accettazione nell’andamento della musica in contrasto con la versione originale che a me ha sempre dato l’idea della resistenza ad oltranza per associazione mentale al ritmo…chiedo venia per la divagazione soggettiva 🙂

    buon fine settimana
    Gio

    • melogrande ha detto:

      L’ equilibrio umano è dinamico, giolic, come andare in bicicletta. Se ci si ferma si cade, ma continuando a pedalare si rischia che le strade divergano. La bonaccia di cui parli è anch’ essa uno stato di passaggio, non una condizione permanente, o almeno così intendo.

      Il commento migliore a quello che scrivi è una frase che ho trovato nel più bel romanzo che ho letto negli ultimi anni. Si intitola “Stoner”.

      “Quand’ era giovanissimo, Stoner pensava che l’ amore fosse uno stato assoluto dell’ essere a cui un uomo, se fortunato, poteva avere il privilegio di accedere. Durante la maturità l’ aveva invece liquidato come il paradiso di una falsa religione, da contemplare con scettica ironia, soave e navigato disprezzo, e vergognosa nostalgia. Arrivato alla mezza età, cominciava a capire che non era né un’ illusione, né uno stato di grazia: lo vedeva come una parte del divenire umano, una condizione inventata e modificata, momento per momento e giorno dopo giorno dalla volontà, dall’ intelligenza e dal cuore.”

      Grazie anche per il commento sulla canzone, l’ ho percepita anch’io proprio in quel modo, una risonanza adulta e dolente di una antica ribellione, e per quello l’ ho accostata al post.

      Grazie a te del passaggio e del commento, e benvenuta da queste parti.

      • giolic ha detto:

        Grazie del benvenuto Melogrande, a onor del vero, devo dire che son passata altre volte da queste parti, mi sono soffermata a leggere vari post ed ho avuto modo di apprezzare la tua analisi delle situazioni e degli aspetti della vita che a volte non ci soffermiamo a valutare pienamente,e delle stimolanti riflessioni che le tue analisi generavano Mi piace leggere ed ho imparato ad ascoltare , perchè trovo che si imparino tante cose…Mi ripromettevo di tornare e questa è stata l’occasione.
        Approfondisco il mio pensiero sulla bonaccia : é esatto ciò che dici, è uno stato di passaggio , non definitivo nè permanente, se si intende come totale assenza di vento, perchè può diventare noioso e alla lunga anche creare l’impossibilità di movimento, pericolosa in mare aperto. Ciò che volevo intendere è lo stato di mare calmo dovuto alla mancanza di vento ( gelsobianco l’ha definita” bonaccia” positiva e da lì ho inteso così il senso). Mare calmo necessario a recuperare o rinsaldare le forze ed a navigare con un minimo di vela e sperando senza motore perchè aggiunto diventerebbe una forzatura.
        Come tutte le cose siamo in perenne movimento e se il pendolo si ferma è perchè si rompe. o come dici tu si cade. quindi l’equilibrio sta nel continuare a reggersi in piedi pur nel costante movimento di qualunque tipologia esso sia.
        La condizione statica non mi si addice, ma ho imparato ad avere almeno una dose minima di ponderatezza prima di affrontare i marosi, e per continuare sulla metafora marina, l’essenza del mare nella sua profondità non cambia, ma esistono le correnti , cosi come le piccole increspature o le tempeste, il mare è calmo ma non è totalmente piatto mai, il suo moto interno continua e ciò che genera i marosi è il vento principalmente come evento esterno, se la barca viene manovrata bene di comune accordo resiste alle mareggiate, e continua la sua rotta dovunque voglia arrivare. 🙂
        Grazie anche per la citazione, non ho letto questo libro, ma gia soltanto da questa frase sull’amore : ” cominciava a capire che non era né un’ illusione, né uno stato di grazia: lo vedeva come una parte del divenire umano, una condizione inventata e modificata, momento per momento e giorno dopo giorno dalla volontà, dall’ intelligenza e dal cuore.” credo valga la pena leggerlo.. per come sono credo valga anche sulla vita quotidiana perchè non esiste il per sempre , ma soltanto il ” giorno dopo giorno fino alla fine”. Lo cercherò. 🙂
        Gazie ancora.
        Giovanna

        Ps. Gelso Bianco credo di avere interpretato il tuo pensiero aggiungedo del mio , ma andando nella stessa direzione. Grazie anche a te. 🙂

        • giolic ha detto:

          chiedo scusa 🙂
          * Grazie
          ** aggiungendo

        • melogrande ha detto:

          L’ equilibrio sta nel tenersi in piedi pedalando nella stessa direzione, questo richiede uno sforzo continuo di aggiustamento, ci vuole testa e cuore.

          Il romanzo, per il mio gusto, è bellissimo, nonostante la trama sia quanto di meno invitante si possa immaginare. La scrittura, sempre di altissimo livello. Spero non ti deluda.

        • giolic ha detto:

          “questo richiede uno sforzo continuo di aggiustamento, ci vuole testa e cuore.” non puoi sapere quanto queste parole siano per me veritiere. Concordo pienamente. Per questo lo sforzo(oltre che la volontà) deve essere giorno per giorno. Da parte di entrambi.
          Per il libro, non credo potrà deludermi. C’è parte del mio pensiero nella tua citazione, e anche parte della mia esperienza personale. L’ho apprezzata per questo. Ti farò sapere. 🙂

        • gelsobianco ha detto:

          Siamo nella stessa direzione, cara giolic.
          Io, poi, avevo messo bonaccia tra virgolette!
          Grazie per il tuo ampliare!

          Un saluto sorridente
          gb
          Grazie sempre, F!

      • gelsobianco ha detto:

        “lo vedeva come una parte del divenire umano, una condizione inventata e modificata, momento per momento e giorno dopo giorno dalla volontà, dall’ intelligenza e dal cuore.”

        Esattamente, F.
        Per me, la “bonaccia” vera, è questo!

        Grazie sempre della tua gentilezza e del tuo “cuore”.
        Buona nuova settimana!
        gb

        • melogrande ha detto:

          Se per bonaccia intendi una situazione in perenne movimento, un’ evoluzione giorno per giorno, allora penso che concordiamo.
          Probabilmente avevo inteso male le tue parole.
          Grazie a te, gb.

        • gelsobianco ha detto:

          “Un equilibrio stabile e non insipido!”… ecco la mia “bonaccia” vera.
          Per mantenersi in equilibrio ci vuole un continuo evolversi…

          Grazie sempre per la tua gentilezza e per il tuo saper entrare nelle parole degli altri, F, per il contradditorio molto interessante che si può avere su questo tuo blog.

          gb

    • gelsobianco ha detto:

      “anch’io non credo sia soporifera, ma che serva a rinsaldare i rapporti e costruire la fiducia, la conoscenza e la trama di una vicinanza, perchè senza tutto questo, alla prima burrasca la nave affonderebbe immediatamente.”
      Grazie, giolic!
      gb

  8. guido mura ha detto:

    Mi è capitato tante volte di soffiare nell’acqua, ma senza riuscire a creare mareggiate. C’è sempre stato qualcosa di più forte che ha ricostituito l’equilibrio. Potrei chiamarlo destino, potrei chiamarlo Grande Spirito, o con qualsiasi altro nome, fatto sta che questo procacciatore di calme piatte ha spazzato via dalla mia vita tutto quello che avrebbe potuto arricchirla o complicarla, ha allontanato e fatto scomparire tante persone che spesso ora rimpiango di non aver più occasione di vedere. Che devo dire? C’è chi naviga nella tempesta e chi si è trovato su un’arca, senza merito. Ormai mi devo arrendere, perché il monte Ararat è vicino, ma la prossima volta giuro che sceglierò una vita spericolata.

  9. gelsobianco ha detto:

    Concordiamo, F!
    Concordiamo.
    Basta intendersi sul significato e sulla reale portata dei termini usati!
    Buona serata!
    Un sorriso
    gb

    Un caro saluto per tutti!

  10. stileminimo ha detto:

    Perdonami Melo, ma ho letto il tuo post e mi pareva di averne compreso il senso e mi pareva pure di avere un’idea mia in merito… poi però ho letto i commenti e mi si son confuse le idee, tanto che forse devo rimettere in discussione il senso del post così come l’ho inteso personalmente. Dunque, per il vocabolario Treccani online dicesi BONACCIA:
    bonàccia s. f. [lat. *bonacia, prob. rifacimento su bonus «buono» del lat. malacia, gr. μαλακία «calma di mare»] (pl. -ce). –

    1. Stato del mare calmo e senza vento: tempo di b.; fa b.; il mare è in b.; un’improvvisa b. tenne fermo il veliero a poche miglia dalla costa. In senso fig., situazione calma, tranquilla: c’è bonaccia oggi, speriamo bene!

    2. ant. Bel tempo, buona stagione: Gridando a Dio: «Omai più non ti temo!», Come fé ’l merlo per poca bonaccia (Dante). Con uso fig., sorte prospera: nelle sue bonacce rallègrati con lui e così nelle avversità sia presto a dolerti con esso (Giov. di P. Morelli); Ruggier, mentre Agramante ebbe bonaccia, Mai non l’abbandonò (Ariosto).

    E per MAREGGIATA:
    mareggiata s. f. [der. di mareggiare]. – Fenomeno che si verifica lungo le coste esposte a venti di burrasca che, spirando con continuità dal largo, danno origine a un moto ondoso di intensità tale da far subire alle masse d’acqua una traslazione violenta e subitanea per cui si abbattono rovinosamente contro le rive.

    Ora, abbiate pazienza, ma o la bonaccia è una cosa statica, o non lo è. E se è statica non è in perenne movimento; quello va bene per la mareggiata. Detto questo, che a qualcuno vada bene la bonaccia perchè c’ha l’indole statica, non lo si può mica mettere in discussione, per carità, anzi! Il modo di affrontare le vicende della vita sono soggettive ed è bene che sia così. Ma che si confonda la mareggiata con la bonaccia in un post che le usa come metafore per descrivere “i moti dell’animo”, mi vien da dire che non è serio, suvvia! Ne va del senso tutto del post, nonchè il senso etimologico delle parole. E mi si perdoni la pedanteria e l’invadenza dal tono forse un po’ saccente.

  11. stileminimo ha detto:

    No, perchè il significato delle parole è importante, tu m’insegni.

  12. gelsobianco ha detto:

    Bonaccia… (senso figurato) stato di serenità dello spirito.
    Preso da un dizionariosu su internet.

    Lo stato di serenità dello spirito non è affatto uno stare, ma un evolversi.

    Poi le parole usate tra virgolette assumono un loro significato ben preciso!

    Comunque , F, io mi sono intesa perfettamente con te!.

    E non solo con te!

    Un sorriso per tutti
    gb

  13. gelsobianco ha detto:

    Perdona sempre i miei refusi, ma, dopo un po’, io scrivo al buio… come ti ho segnalato altre volte.
    Grazie, F.
    gb

  14. germogliare ha detto:

    Può essere un giro di vento o può capitare di mettere un piede in fallo e si cade. Ma poi si ritorna a galla. Buonafortuna!

    Bil Viola

    • gelsobianco ha detto:

      Ed accetto quel tuo “Buonafortuna!” con entusiamo.
      Grazie.
      gb
      Scusami, F!
      Mi è sorto spontaneo rispondere ad un commento così.

    • gelsobianco ha detto:

      Mi è venuto in mente questo…

      “Comunque” si ritorna a galla!
      Un po’ macabro?
      No!
      E’ la vita!

      E la vita danza sempre come nella fotogradia di Bil Viola!

      Buon giovedì per tutti
      gb

  15. Pannonica ha detto:

    ma che musica, Maestro!! 🙂

    lo storm continua a disarcionarmi ma io non demordo. mi do’ una spolverata ai pantaloni e rimonto al mio posto, da brava Amazzone della tempesta. In sella, Cavaliere!! 😉

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