Bianco primitivo

Giornata di sole oggi, mentre per l’ ennesima volta sorvolo le Alpi innevate, sorpreso dall’ intensità dell’ emozione che ancora provo, nuovamente, come ogni altra volta.
La civiltà è lì ad un passo, lontana non più di venti minuti, tanto e non di più è il tempo trascorso dal decollo, e non manca che una mezz’ ora a sorvolare qualche grande città dall’ altra parte della catena.
Ma per adesso ci stiamo giusto in mezzo, e sotto ci sono le montagne, quelle vere.
 
Una distesa crudele di bianco, prova che a questo mondo il bianco può esistere a dispetto di tutto, della cattiveria e del male e degli abissi oscuri, ma può appunto esistere in questa forma di bianca spietatezza simile all’ innocente cattiveria dei bambini.
Bianco che può far male, bianco infantile e primordiale dove l’ uomo non è del tutto assente, non si può non vedere di tanto in tanto una strada o sentiero o casupola, un segno umano insomma, ma che parla di un uomo in punta di piedi, un uomo che per una volta sta al suo posto, rispetta, chiede il permesso, e si vorrebbe che fosse la volta buona.
 
L’ alta montagna in inverno non è un posto buono, si capisce. È un posto ostile, cattivo, c’è il suo motivo se gli uomini non ci sono venuti ad abitare, se non si vedono quartieri e strade ed ipermercati.
Non è un posto buono ma è un posto bello e la bellezza vera è capace di far dimenticare tutto, l’ ostilità, la durezza, la cattiveria persino. Abbiamo dentro da secoli questa strana idea del primitivismo, del ritorno alla natura come strada maestra per la redenzione, ritrovare l’ innocenza, ripulire le anime, rivestirci di panni immacolati e tornare bambini. Non è così, non è mai stato così, lo stato di natura non è che lotta per la sopravvivenza e allegra carneficina senza fine.
Ma non importa, si vive di emozioni e talvolta anche di illusioni, e stamattina mi basta guardare questa distesa immacolata, immaginare di attraversarla di buon passo, abbagliato dal riflesso della neve, ben scaldato dal sole e dalla fatica nonostante tutto.
Felice per una volta e per un momento, senza pensare a nulla, soprattutto senza pensare adesso alla notte che cadrà implacabile su tutto questo, senza distinzione di colpe e redenzioni.
 
Il bianco lontano delle nuvole è striato d’ azzurro di grigio e di rosa, appena un po’.
Visto dall’ alto è orizzonte incongruo, mondo a testa in giù.
 

5 commenti su “Bianco primitivo

  1. danielemuriano ha detto:

    sì, il bianco è il cromatismo temibile di qualcosa d’assoluto, di infinito, come la morte – per gli orientali – o il vuoto per noi. solo quando è chiuso in una forma è meno pauroso (sto pensando a questo bel frigorifero), quando è a perdita d’occhio riconduce necessariamente all’infinito, al non ponderabile o razionalizzabile…
    ma sto pensando anche alle schede bianche 🙂

  2. LaPoetessaRossa ha detto:

    Coperta bianca soffice e tagliente, freddo che riscalda e lama che accarezza. Un tutto perfetto composto da soffici fiocchi perfetti caduti seguendo passi di danza scritti dal vento. Caduti come angeli da un cielo sopra Berlino (come se Berlino fosse un po’ tutto il mondo). Posati uno sopra l’altro, senza sgomitare per avere il posto migliore. Nati nel ventre nuvole altrettanto bianchissime, fecondati dal vento trasparente e regalati al mondo con un lungo soffio.
    Neve. A pensarci, una piccola rivoluzione nella grammatica, un nome straordinariamente collettivo. Neve pezzetto di un ciclo eterno di ciò che davvero dà la vita.
    Forma di acqua che sceglie di non scorrere. Forma di acqua che sceglie il bianco per mostrarsi, e non la trasparenza.
    Copre la roccia dura, levigando lenta per millenni, lavoro di ghiaccio e vento che plasmano la natura con una forza incommensurabile. Prodigio di cui non si ricorda l’inizio.

    Mani nude nella neve freddissima a cercare un brivido doloroso e inebriante. Mani gelate che muoiono un momento solo.
    Mangio la neve fresca, appena caduta. Sapore che non ha sapore, anestetico che toglie il fiato, profumo che non ha nome.

  3. utente anonimo ha detto:

    Bianco primitivo.
    Bianco irraggiungibile.
    Bianco che abbaglia.
    Bianco che dice di una bellezza ineffabile.
    Bianco che incute paura.
    Bianco che chiede rispetto.
    Bianco immutabile
    Bianco che dice della nostra finitezza.

    hesse

  4. melogrande ha detto:

    Il bianco è un colore temibile, incute paura. Va contenuto in piccole dimnsioni. Verissimo.

    Ed anche l’ acqua che non scorre ha qualcosa di inquietante, trovo.

  5. chiccama ha detto:

    è una emozione incredibile che provo tutte le volte che vado da milano verso oltre oceano o a londra..
    quando mia figlia era molto piccola facevamo questo tragitto molte volte in un anno e lei si incantava e non capiva perchè col caldo che faceva quelle cime fossero sempre bianche!!

    sei riuscito a farmi venire gli occhi rossi!!
    chicca

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